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IL MITO DEL SARVÀN

L’Uomo selvatico, o Sarvàn, è un mito particolarmente diffuso nell’arco alpino. Presente nei rituali e nel folklore di molte popolazioni sotto diverse forme (divinità, spirito dei boschi, protettore dei campi e della natura), viene variamente caratterizzato da regione a regione, pur conservando caratteri costanti.

 

È rappresentato come un uomo primordiale con alcuni caratteri selvatici come il folto pelo; è considerato il primo abitante delle Alpi; è maestro nell’arte casearia, nell’apicoltura, nelle tecniche minerarie, o in altre attività legate all’economia dei singoli territori; ha insegnato agli uomini canti e proverbi; si è allontanato dalla civiltà perché non accettato o offeso dagli altri uomini; possiede uno stanziamento fisso spesso inaccessibile all’uomo civile; non è pericoloso e quasi sempre fugge quando vede un uomo.

 

In numerose leggende, l’uomo selvatico ha i caratteri distintivi dell’archetipo dell’“eroe culturale”, ossia colui che ha insegnato qualcosa di fondamentale alle genti “civili”. In quanto iniziatore di diverse attività fondamentali alla sussistenza delle comunità montane, “ha un ruolo che consente all’uomo di dare un senso alla propria cultura e di trovarne le radici in una dimensione mitica […] Nella tradizione orale, l’uomo selvatico è il genio del bosco, svolge un incarico prevalentemente pedagogico e rappresenta l’essere depositario di verità maturate sulla scorta di una profonda capacità di entrare in sintonia con l’ambiente” (Massimo Centini, Sulle tracce dell’uomo selvatico, 2018, Milano: Magenes). A livello simbolico, rappresenta la parte oscura del sé, a cui abbiamo difficile accesso, se non attraverso i linguaggi dell’arte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’iconografia dell’uomo selvatico compare anche in situazioni di rappresentazione teatrale organizzata. La sua prima rappresentazione teatrale risale al "Magnus Ludus de quodam homine selvatico"(1208), ma tracce della sua presenza si riscontrano in molte delle maschere della Commedia dell'Arte, per esempio nel misto di violenza e ingenuità, malizia e sventatezza che hanno fatto negli anni il successo di Arlecchino.

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Uomo selvatico di Sacco, in Valtellina (1464)

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Sfilata di Carnevale a Piazza Brembana, Bergamo (Italia) nel 1906. Al centro, in bianco, un uomo vestito da uomo selvatico.

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